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Giuseppe Pesenti, appassionato studioso di vita brembana, in questo libro racconta dell'uccisione di un padre di famiglia avvenuta in Serina nel settembre 1763 da parte di don Matteo Benghi, cappellano coadiutore del parroco del luogo. Le cause che portarono a questo gesto estremo e le modalità con cui si svolse l'omicidio, che lasciò turbata per lungo tempo quella comunità, sono tratte dal processo penale e civile istruito dai magistrati della Giustizia laica dell'epoca. Le cause della tragedia sono da ricercare nel fatto che don Benghi, fiorentino di nascita ma da più anni abitante in Serina, amoreggiava con Elisabetta figlia nubile di Carlo Ambrosioni che mal tollerava questa situazione e che aveva invitato il prete a desistere con l'aggiunta di qualche minaccia. Senza aver ottenuto il risultato sperato Ambrosioni passò alle vie di fatto, affrontando don Benghi con un archibugio di cui si era munito. Il sacerdote, a sua volta, impugnata una pistola, sparò all'Ambrosioni ferendolo mortalmente. Questa la sintesi della scandalosa e tragica vicenda con relativo processo ben argomentato da Giuseppe Pesenti.